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Cari ristoratori, ecco i motivi per i quali non trovate più camerieri e cuochi

Il reddito di cittadinanza ha creato carenza di personale sta frenando la ripartenza di molti locali, con reciproci scambi di accuse tra imprenditori e lavoratori.


 

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Storici, sociologi e analisti economici si affannano a prevedere in quali settori la crisi globale dovuta alla pandemia sarà trasformativa. In quali ambiti insomma cambierà le regole del gioco e obbligherà i giocatori ad impegnarsi in una partita totalmente diversa da prima. Il mondo della ristorazione si avvia ad essere uno di questi campi? Gli allarmi stanno suonando in queste settimane e non riguardano tanto le chiusure che hanno messo a dura prova i bilanci delle aziende o la mancanza di turismo, non riguardano neppure la crisi economica e la ipotizzabile diminuzione del potere d'acquisto dei cittadini. No. La trasformazione avverrà, udite udite, a causa della mancanza di personale. Paradossale, no? Diffusi timori per un aumento della disoccupazione e invece uno dei principali settori economici nazionali soffre perché non trova addetti! Oltretutto il problema pare essere trasversale a livello europeo: con i dovuti distinguo i mercati spagnolo, francese, tedesco e perfino britannico sono perlopiù tutti sulla stessa barca. In Italia la crisi è conclamata: "La ristorazione prova a ripartire ma non ce la fa perché mancano all'appello 150mila addetti", urla la FIPE - Federazione Italiana Pubblici Esercizi.